I PESCATORI DI BALENE
risposta. - Mio fratello è russo? - chiese questi. - No, appartengo ad una tribù che è molto lontana da qui, verso il sole che tramonta. - Allora sei
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aveva perduto un millesimo della sua tranquillità, vi era già. - Perduti? - gli chiese il capitano col denti stretti. - Forse no! - rispose con voce
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polo. Vuole vincere la scommessa a qualunque costo. - C'è una scommessa - chiese il fiociniere. - Sì, e molto grossa. - E con chi,tenente? - Col
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questa costa non mi sembra migliore! - disse Koninson. - Credevi forse di riposare in un soffice letto stasera? - chiese il tenente ridendo. - No, ma
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occhi! - È spuntato il sole? - chiese il tenente sbadigliando. - Non ancora, ma vi dò un'altra nuova che vi sveglierà completamente. I nostri cari
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delle sue membra - affrettiamoci a guadagnare la costa. - E dove andremo? - chiese Koninson, infilando le vesti ancora bagnate. - In cerca di un
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di narvalo munite d'una punta di rame, e in archi. - Sono eschimesi - disse il tenente che li aveva subito riconosciuti. - Possiamo fidarci? - chiese
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stiracchiamenti dello stomaco, furono costretti a narrare le loro avventure. - Ed ora, che cosa si fa? - chiese il tenente al capitano Weimar
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, con un tono che faceva supporre come nulla di guasto ci fosse nei polmoni: - Signor Hostrup! - Sei vivo? - chiese una voce soffocata, che usciva di
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? - chiese il fiociniere, che pensava al pranzo. - No, ma sono contento di averla scoperta. Il fiociniere raggiunse il tenente che gli mostrò un bizzarro
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giriamo di fuori? - chiese mastro Widdeak al capitano, che osservava l'isola. - Il passo di Isanotzkoi ci è troppo famigliare perchè non si tenti il
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. Fra i muggiti delle onde aveva udito distintamente un fischio acuto e poi un grido umano. - Ho un compagno vicino? - si chiese. Con un colpo vigoroso
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completamente. - Hai nulla di guasto? - chiese poi il tenente. - Non mi pare - rispose Koninson. - Ma, se rimaniamo qui una sola mezz'ora, mi guasterò tutto
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principe, dopo qualche tempo chiese di tornarsene in mezzo ai suoi ghiacci, dicendo che a tutti i palazzi della capitale inglese preferiva la sua capanna
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una viva ansietà e più di uno era impallidito. - Cosa succede? - chiese il tenente che nulla aveva avvertito. - La nave si è mossa! - disse il
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. Vedendo i due uomini prendere terra e puntare i fucili, armi che senza dubbio non gli erano nuove, subito si tuffò. - Fugge forse? - chiese Koninson
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lì per precipitarsi l'uno contro l'altro. - Facciamo fuoco? - chiese Koninson, che tormentava il grilletto del suo fucile. - Non ancora, - rispose il
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altri quattro marinai. - C'è tutto? - chiese il capitano curvandosi sulla murata. - Tutto - risposero ad una voce il tenente e il mastro. - Al largo
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"iceberg" che ostruiva il canale, gli mozzò la parola. - Cosa sta per succedere? - chiese Koninson, che involontariamente fece due passi indietro
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sordo muggito, come il rompersi di una grande ondata contro una costa. - Oh! Oh! - esclamò. - Vedi nulla? - chiese il tenente. - Nulla, signore, ma
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dove esce quell'animalaccio? - si chiese il tenente che involontariamente retrocesse. - Non ho mai veduto una cosa simile. - Che sia un orso di nuovo
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di chi la guardava. - Cosa fa? - chiese sottovoce il tenente a Koninson che la fissava con occhi fiammeggianti. - Pascola in mezzo al banco di "boete
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facilmente di quella dei laghi e dei fiumi? - Sì, perchè prima deve separarsi dai sali. Oh!, cosa vedo! - Cosa mai? - chiese Koninson, curvandosi
Accademia della crusca
